Colombia: 1° Maggio di morte e violenza

Nella nazione con il più alto numero di sindacalisti uccisi al mondo, anche la celebrazione della festa del lavoro é motivo di pericolo. A Bogotà ancora una volta sono gli studenti le vittime di una incredibile ondata di violenze e di repressione nei loro confronti negli ultimi mesi da parte delle forze di polizia colombiane. Dopo gli scontri durante le manifestazioni contro la firma del Trattato di Libero Commercio tra lo stato neogrenadino e gli Stati Uniti, si macchia di sangue e di morte la giornata dei lavoratori.

per Selvas.org - Umberto Bandiera
19.05.2005

Ancora una volta sono gli studenti le vittime di una incredibile ondata di violenze e di repressione nei loro confronti negli ultimi mesi da parte delle forze di polizia colombiane. Dopo gli scontri durante le manifestazioni contro la firma del TLC tra lo stato neogrenadino e gli Stati Uniti, si macchia di sangue e di morte la giornata che celebra la giornata dei lavoratori in tutto il mondo.

Una giornata per i diritti

In Colombia di questi tempi manifestare durante le celebrazioni del Primo Maggio assume un significato molto diverso rispetto a tanti altri paesi latinoamericani. In un paese dove i sindacati dei lavoratori fanno fatica semplicemente ad esistere, dove i rappresentanti e gli attivisti vengono continuamente minacciati e sequestrati, dove se si lavora per un azienda transnazionale si deve quasi riconoscere la propria "schiavitù" (basti pensare ai lavoratori della Coca-Cola), dove il modello del lavoro dipendente si avvia ad essere quello delle maquiladoras messicane, in questa situazione si scende in piazza non semplicemente per ricordare i martiri di Chicago di quel lontano primo maggio, ma i tanti martiri del proprio paese, dove solo qualche settimana fa si assisteva all' ennesima strage di stato nella comunità di S.Josè de Apartadò.

All' appuntamento nella capitale colombiana si sono dati appuntamento così tantissime organizazioni, dai sindacati Sintratelefonos, CGT, UNEB, Sitimac, CTC, Asopersonerias, Fensuagro, tanti partiti politici dell' opposizione parlamentare ed extraparlamentare, dal PDI all' U.D., e poi PCOS, MOIR, PCC, MRI, PTC, ambientalisti,difensori dei diritti umani, femministe e tante sigle dell' anarchismo colombiano. All' evento hanno partecipato diverse decine di migliaia di persone, molte delle quali studenti, sia medi che universitari, che con camion con soundsystem montati su, hanno animato il corteo con balli e canti.

L'ESMAD all' attacco

Il corteo puntava dritto verso la grande piazza Bolivar, dove concludere la manifestazione, senonche verso le 14,00 -secondo quanto riportato da giornalisti e cronisti- iniziano gli attacchi a freddo dei reparti speciali della polizia metropolitana di Bogotà, le ben note ESMAD (Esquadron Metropolitano AntiDisturbios). Secondo alti ufficiali della polizia sembra che l'ordine sia stato dato, "...perchè si stava creando una situazione da attacco terroristico,con lancio di esplosivi, bombe carta e di fumogeni da parte dei manifestanti...". Moltissimi i feriti, tra i quali si segnalano numerose ragazze e un cameraman della televisone FECODE, Ricardo Lopez Torres, al quale hanno spaccato quattro denti e dovuto dare 30 punti di sutura una volta che è stato medicato in ospedale. Ma l' aggressione sicuramente più violenta e più odiosa è stata subita dal giovanissimo Nicolas David Neira Alvarez, di 15 anni, che all'incrocio tra la settima carrera, tra le calles 18 e 19, veniva fermato da poliziotti dell' ESMAD, colpito violentemente con calci e colpi di manganello alla base del cranio, fino a farlo tramortire a terra, e lì gli stessi uomni lo hanno circondato e impedito i soccorsi dei manifestanti lì vicino. I soccorsi sono arrivati molto tardi e all' arrivo in ospedale il giovane Nicolas è arrivato già in coma profondo.

Hasta siempre Nicolas!

Dopo sei giorni di coma, è arrivata inesorabile la notizia del decesso del giovane Nicolas. Nel referto medico si legge che la causa è strettamente connessa alle violenze subite dalla polizia, come effetto di un trauma craneoencefalico. Se ne va così a soli 15 anni un ragazzino che aveva deciso per il primo maggio di passare il pomeriggio insieme a tanti altri suoi coetanei, a tanti sui concittadini, in una gornata che in altre parti del mondo è stata solo di festa e allegria.
Il padre, Yuri Neira, ha immediatamente rivolto pesanti accuse agli organi di polizia e chiesto l' apertura di un'inchiesta, ma pare sia stato minacciato lui e la famiglia, da alcune persone che lo hanno intimidito telefonicamente. Al momento nessuna autorità ha predisposto una difesa o la messa in sicurezza del signor Neira.

Solidarietà e una forte richiesta di tempi rapidi per l' accertamento della verità è venuta dal sindaco di Bogotà, Luis Eduardo Garzon,che ha chiesto al procuratore Villazon che "...davanti alla gravità dei fatti occorsi e davanti alle denunce presentate da numerose ONG, sollecito, con il più assoluto rispetto, l' apertura formale delle relative indagini, che permettano far piena luce sull' accaduto..." (secondo quanto si legge in una nota dell' ufficio del sindaco). Nella stessa direzione sembrano essere orientati i vertici della polizia, nella persona del direttore nazionale della Polizia, il generale Jorge Daniel Castro e del subcomandante della Polizia Metropolitana di Bogotà, il colonello Gustavo Ricarte.

E le responsabilità delle squadre speciali colombiane sembrano davvero incontrovertibili, presto verrà presentata una denuncia internazionale da parte dell'avvocato Pedro Maneche, del Collettivo degli Avvocati Difensori per i Diritti Umani, che si è assunto l' incarico di difendere la famigli Neira in questa causa.

Al d là delle parole, credo che la morte di un così giovane ragazzo, sia un evento così nefasto, così privo di qualsiasi senso,di qualsiasi morale, che nessuna aula di tribunale, nessuna sentenza potrà mai riuscire a spiegare o giustificare. Togliere e spezzare una vita a 15 anni non si giustifica in nessun modo, non possono esistere ordini o disposizioni superiori a l' importanza delle speranze, dei sogni,anche degli errori, che un ragazzino può avere. Chi ha colpito Nicolas, pagherà in cuor suo per tutta la vita.

Alla famiglia Neira vanno tutte le più sentite condoglianze.


Umberto Bandiera - Studente di Scienze Internazionali e Diplomatiche dell'Università di Bologna è attivo in diverse iniziative sociali anche all'estero, rappresentante nell'Unione degli Studenti e attivo nei Social Forum Locali.

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