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Ennesimo esponente uribista fugge per non rispondere dei propri crimini
Associazione Nazionale Nuova Colombia / lunedì 9 febbraio 2015
 

L’Associazione "Nuova Colombia" si propone di:
a) appoggiare e sostenere la lotta del popolo colombiano, delle organizzazioni politiche che si battono per la trasformazione in senso democratico del paese, e delle organizzazioni popolari di tipo sindacale, cooperativo e sociale;
b) promuovere campagne di informazione sulle vicende della Colombia, con particolare riferimento alla vita dei contadini, dei lavoratori e delle popolazioni indigene;
c) promuovere campagne di informazione e mobilitazione per la difesa dei diritti umani, dei diritti politico-sociali e delle libertà da ingerenze straniere dirette e indirette;
d) costruire momenti concreti di cooperazione e solidarietà con forze ed organizzazioni popolari impegnate nella lotta in difesa dei diritti sindacali, politici e umani, e per la trasformazione dei rapporti sociali ed economici nel paese.

Con la fuga dal paese di Luis Alfonso Hoyos sono ormai quattro gli esponenti uribisti che utilizzano questo sistema per evitare di affrontare i propri guai giudiziari, dopo l’ex Commissario per la Pace, Luis Carlos Restrepo, indagato per l’organizzazione di false smobilitazioni di gruppi armati, l’ex ministro per l’Agricoltura Andrés Felipe Arias, già condannato a 17 anni per lo scandalo dell’”Agro Ingreso Seguro” e María del Pilar Hurtado, ex
direttrice del DAS ( la polizia politica smantellata dopo infiniti scandali) corresponsabile di intercettazioni illegali.

Mentre quest’ultima, ricercata anche dall’Interpol per associazione a delinquere aggravata, peculato, falso ideologico in atto pubblico e intercettazioni illegali, si è costituita nei giorni scorsi a Bogotá, Hoyos è stato visto a Miami, città rifugio di mafiosi e servi di Washington inquisiti in tutto il continente, proprio nel giorno in cui l’ex assessore della campagna presidenziale del candidato uribista Óscar Iván Zuluaga avrebbe dovuto presentarsi di fronte alla magistratura per spiegare le proprie relazioni con l’hacker Andrés Sepúlveda, incaricato di spiare le delegazioni di Pace all’Avana per boicottare i dialoghi.

Sembra che la parabola politica nel narco ex presidente (oggi narcosenatore) Uribe Vélez stia volgendo al termine; sostenuto dagli Stati Uniti finché utile, oggi sente il cappio che si avvicina sempre di più al suo collo.

Tuttavia, occorre considerare che sia nell’esercito, sia nella compagine oligarchica, è ancora in grado di catalizzare e far convergere i tenebrosi interessi comuni dei più retrivi e conservatori esponenti di tale classe, che pure si distingue nel suo complesso per essere fra le più reazionarie di America Latina.
Le continue ambiguità di “Jena” Santos, suo ex ministro della guerra, sono un riflesso anche dell’incapacità dell’attuale presidente di egemonizzare l’oligarchia colombiana.