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Disinformazione strategica e terrorismo massmediatico
Associazione Nazionale Nuova Colombia / venerdì 19 settembre 2008
 

L’Associazione "Nuova Colombia" si propone di:
a) appoggiare e sostenere la lotta del popolo colombiano, delle organizzazioni politiche che si battono per la trasformazione in senso democratico del paese, e delle organizzazioni popolari di tipo sindacale, cooperativo e sociale;
b) promuovere campagne di informazione sulle vicende della Colombia, con particolare riferimento alla vita dei contadini, dei lavoratori e delle popolazioni indigene;
c) promuovere campagne di informazione e mobilitazione per la difesa dei diritti umani, dei diritti politico-sociali e delle libertà da ingerenze straniere dirette e indirette;
d) costruire momenti concreti di cooperazione e solidarietà con forze ed organizzazioni popolari impegnate nella lotta in difesa dei diritti sindacali, politici e umani, e per la trasformazione dei rapporti sociali ed economici nel paese.

Alcuni mesi fa Uribe è venuto in Europa ad effettuare un giro di
autopromozione e sfacciata propaganda. Da allora il governo
colombiano sta tentando di indurre le autorità europee a modificare
nella propria prassi quelli che sono i principi dello Stato di
Diritto. Vorrebbe che l’Europa assomigliasse alla Colombia, dove chi
manifesta liberamente la propria opinione rischia il carcere, la
tortura o la morte. In Europa abbiamo già avuto il nazifascismo e non
sarà il piccolo dittatore di una repubblica delle banane a farci
ritornare al fascismo nel 2008, dopo che la nostra Liberazione ci è
costata 50 milioni di morti in una guerra combattuta, oltre che da
molti Stati, anche direttamente dai nostri popoli attraverso la
resistenza armata dei partigiani.

Uribe vorrebbe che tutti coloro che in Europa svolgono opera di
informazione sulla guerra in Colombia e manifestano le proprie idee,
che sono opposte a quelle fasciste del governo colombiano, vengano
processati ed incarcerati come fiancheggiatori di quello che
chiamano, per ragioni propagandistiche, "terrorismo" . Esattamente
come accadeva con Hitler e Mussolini. Il governo colombiano chiede i
reati d’opinione in un’Europa che giochi una parte attiva nella
guerra in Colombia, perseguitando tutti gli oppositori di Uribe
indipendentemente dalla loro cittadinanza e dal loro status,
confezionando mostri giuridici ad uso e consumo di un criminale piano
Condor in versione europea.

La nostra associazione, che da diversi anni denuncia la brutalità e
l’illegalità del regime fascista colombiano, oltre che
l’illegittimità del suo governo fraudolento e del suo parlamento
paramilitare, vuole ricordare che in Colombia vi è una guerra civile
che dura da sessanta anni, con profonde radici sociali, di
ingiustizia e oppressione, e che se il governo Uribe boicotta
sistematicamente ogni tentativo di una soluzione politica non fa
altro che autoaccusarsi di fronte al mondo di essere il peggior
fattore di destabilizzazione regionale.

La guerra che il governo conduce contro tutte le manifestazioni di
dissenso al regime, dei contadini, dei lavoratori, degli studenti, si
sviluppa in un contesto in cui l’80% delle terre coltivabili
colombiane è nelle mani dell’1,5% della popolazione, in cui vengono
uccisi più sindacalisti ogni anno, da parte degli squadroni della
morte dei paramilitari organici allo Stato, che in tutto il resto del
mondo messo assieme. Storicamente ogni opposizione politica è stata
sterminata extra giudizialmente come nel caso del genocidio
dell’Unione Patriottica e il terrorismo di Stato contro le comunità
contadine, accusate di essere il brodo di coltura della guerriglia,
ha già provocato oltre 4 milioni di sfollati. Ricordiamo inoltre che
l’attuale presidente Uribe, che la DEA nordamericana classifica con
il n°82 nel suo elenco dei cento peggiori narcotrafficanti del mondo,
è un amico di famiglia di Pablo Escobar, del cartello di Medellìn e
che l’ascesa di questa banda di mafiosi della cocaina si deve in
buona parte ai favori di Stato che proprio Uribe ha concesso loro a
più riprese quando era sindaco di quella città e poi governatore del
dipartimento di Antioquia. Se attraverso i profondi legami con
la ’ndrangheta calabrese del narcosistema colombiano tutta l’Europa è
stata inondata di fiumi di cocaina bisogna ringraziare in primo luogo
il livello politico di tale sistema ed in particolare il suo attuale
presidente.

Un paese democratico non può non vedere che Uribe è stato messo alla
presidenza del governo dai cartelli del narcotraffico in "elezioni"
in cui vota una percentuale che oscilla tra il 25% e il 35%
dell’elettorato, assistito da un parlamento anch’esso eletto con la
frode, la corruzione, l’intimidazione terroristica di massa,
controllato dai paramilitari, e che mostra di non voler usare altro
linguaggio che quello delle armi. Un governo fantoccio, campione
universalmente riconosciuto di menzogne di ogni tipo, che si è
macchiato di tutti i crimini di guerra immaginabili e di tutte le
violazioni del Diritto Internazionale Umanitario, per di più
presieduto da un soggetto con il curriculum di Uribe.

In un’America Latina che prende sempre più le distanze dalle
politiche neoliberiste di Washington, espellendo gli ambasciatori
dell’impero che, d’accordo con le oligarchie locali, fomentano
divisioni autonomiste e pianificano assassini di presidenti
democraticamente eletti, la Colombia rappresenta la punta di lancia
ed il miglior alleato guerrafondaio degli USA nella destabilizzazione
regionale. Come non elogiare la presa di posizione del Venezuela e
della Bolivia nel difendere la propria sovranità e la dignità di
popoli che non accettano più la silenziosa sottomissione a cui li
avevano abituati i precedenti governanti corrotti?

Come si può quindi non condividere l’atteggiamento del governo
democratico dell’Ecuador, il cui presidente Correa, neutrale di
fronte al conflitto colombiano, ha interrotto le relazioni
diplomatiche con la Colombia, dichiarando che resteranno congelate
fino a quando non vi sarà un governo "decente" con il quale poter
parlare e riprendere gli sforzi per iniziare un processo di pace?

Infine ricordiamo che questo governo illegittimo, dopo aver
bombardato lo scorso primo marzo una zona dell’Ecuador - paese che
non è in guerra con la Colombia - e ucciso il diplomatico della
guerriglia che lì si trovava per incontrare i facilitatori
internazionali in vista di uno scambio umanitario di prigionieri tra
le due parti belligeranti, ha invaso militarmente questo paese con
truppe di terra, le quali hanno finito a sangue freddo i feriti del
bombardamento, tra cui diversi civili, studenti messicani e un
cittadino ecuadoriano, commettendo poi due furti di cadavere. In tale
circostanza i militari hanno inoltre rubato ciò che era rimasto di un
computer appartenuto al capo dei negoziatori guerriglieri. Questo
computer è stato consegnato all’Interpol soltanto due giorni dopo i
fatti ed in tale lasso di tempo è stato manomesso in diversi suoi
archivi, come accertato dalla stessa Interpol nel suo rapporto
scritto sull’analisi del suddetto materiale informatico.

Usando tali archivi modificati a piacimento, il governo colombiano ha scatenato un’offensiva di terrorismo mediatico internazionale, cercando di mettere in difficoltà i paesi vicini della Colombia che non vogliono essere coinvolti nella guerra civile colombiana. È stato detto che dal computer risulta che Chàvez ha dato soldi alla guerriglia, poi che li ha ricevuti, che sta aiutando la stessa a entrare in possesso di uranio per la fabbricazione di una bomba sporca e che la guerriglia ha aiutato economicamente Correa a diventare presidente dell’Ecuador.

Dallo stesso computer manomesso ora si viene a sapere che la guerriglia muove delle "pedine" in Europa, tra le quali due persone identificate con i "nomi di battaglia", che sono in realtà dei nomi propri di noti esponenti politici italiani, di Rifondazione Comunista, che si sono sempre occupati alla luce del sole del conflitto colombiano nella ricerca di soluzioni politiche, come del resto non è strano che diversi capi di Stato e di Governo europei abbiano contatti con la guerriglia colombiana, avendo questa, diverse volte, inviato suoi rappresentanti in missioni diplomatiche in molti paesi.

Nelle stesse "rivelazioni" sugli appoggi internazionali si fa riferimento anche ai circoli della nostra associazione e quindi risulta chiaro che il vero obiettivo di questo attacco non è solo questo o quell’esponente politico, ma tutti coloro che manifestano la propria opinione in opposizione al fascismo uribista e che denunciano il carattere criminale, mafioso, narcotrafficante e terrorista dell’agire del governo colombiano.

Lo scopo è intimidire gli oppositori del governo, sia colombiani rifugiati in Europa che europei, per zittire tutte quelle voci che non si stancano di far conoscere all’opinione pubblica il vero volto del regime colombiano e le cause sociali, politiche ed economiche che originano ed alimentano la guerra civile in Colombia, contro ogni menzogna e falsificazione che viene sparsa come veleno dal governo colombiano attraverso i suoi sperimentati mezzi di disinformazione di massa.

Questa campagna terrorista, diplomatica e massmediatica, non riuscirà però far tacere quell’immenso coro di voci che si adoperano nella ricerca di una Pace con Giustizia Sociale, che è alla base di qualsiasi paese che si definisca democratico. Non ci stancheremo di denunciare i crimini di un governo paramilitare che quotidianamente si beffa delle convenzioni internazionali, ma continueremo nella nostra attività di informazione per rompere quella cortina fumogena che vuole oscurare il vero volto di uno Stato criminale.

Non smetteremo di mobilitarci a favore di una soluzione umanitaria solo perché qualche "giornalista" ben pagato e in mala fede ci lancia accuse e calunnie, perché crediamo profondamente che solo una soluzione politica e negoziata del conflitto porterà all’eliminazione delle cause che lo hanno generato, aprendo finalmente la strada verso una Nuova Colombia.