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Paesi garanti confermano accordo per la liberazione del generale Alzate e ripresa dialoghi
Associazione Nazionale Nuova Colombia / mercoledì 26 novembre 2014
 

L’Associazione "Nuova Colombia" si propone di:
a) appoggiare e sostenere la lotta del popolo colombiano, delle organizzazioni politiche che si battono per la trasformazione in senso democratico del paese, e delle organizzazioni popolari di tipo sindacale, cooperativo e sociale;
b) promuovere campagne di informazione sulle vicende della Colombia, con particolare riferimento alla vita dei contadini, dei lavoratori e delle popolazioni indigene;
c) promuovere campagne di informazione e mobilitazione per la difesa dei diritti umani, dei diritti politico-sociali e delle libertà da ingerenze straniere dirette e indirette;
d) costruire momenti concreti di cooperazione e solidarietà con forze ed organizzazioni popolari impegnate nella lotta in difesa dei diritti sindacali, politici e umani, e per la trasformazione dei rapporti sociali ed economici nel paese.

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Lo scorso 18 novembre un comunicato dell’insorgenza rivoluzionaria delle FARC ha confermato la cattura del Brigadiere Generale dell’Esercito Nazionale Rubén Darío Alzate Mora, comandante della Forza Tattica Congiunta “Titán” di truppe speciali di controguerriglia.

Secondo quanto riportato, “una volta identificati con certezza, nonostante gli abiti civili”, il generale, l’avvocata Gloria Urrego (al servizio
della suddetta unità militare) ed il capitano dell’esercito Jorge Contreras Rodríguez sono stati catturati il 16 novembre da unità guerrigliere “in quanto personale militare nemico, in movimento nell’esercizio delle proprie funzioni in un’area di operazioni di guerra”.

Nel comunicato si ribadisce che la guerriglia è alla ricerca di una soluzione pacifica del conflitto che insanguina il paese, riconosciuto come tale anche dall’attuale governo, e si stigmatizza la superbia dell’oligarchia, che ritiene, “persino nel mezzo di un processo di pace, di avere il diritto di uccidere e squartare colombiani, di terrorizzarli e schiacciarli, senza che questi abbiano il minimo diritto di rispondere alle sue violenze”.

Nel ribadire che rispetterà la vita e l’integrità fisica e morale dei propri prigionieri, l’insorgenza ricorda che “le carceri del paese sono strapiene di prigioniere e prigionieri politici e di guerra”.

Prigionieri di guerra quale il generale Alzate; uno dei 7 generali con maggiori responsabilità operative e di coordinamento dell’intero esercito colombiano (alla faccia della “guerriglia ormai sconfitta” di cui tanto si sono riempiti la bocca oligarchi e loro servitori mediatici in questi anni).

I portavoce dei paesi garanti dei dialoghi, Cuba e Norvegia, hanno assicurato che la liberazione dei militari catturati in zona di guerra dalle FARC avverrà al più presto, e che quindi ripartiranno i lavori del tavolo dell’Avana; un’ulteriore dimostrazione di buona volontà della guerriglia a sostegno dei Dialoghi di Pace.

Posto che tutti rammentiamo i biechi e macabri festeggiamenti del campo oligarchico quando alcuni dirigenti delle FARC furono trucidati dai bombardamenti dell’aviazione colombiana, chi mai, in buona fede, potrebbe sostenere che il governo -in analoghe ma ribaltate circostanze- si comporterebbe con altrettanta generosità?